Mascherone in rilievo

Alcune opere a Treviso
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Caffè Fabio - TrevisoMeridiana di Mario GregorjRimangono ancora, nonostante il cambiamento dei canoni artistici e le devastazioni dell'ultima guerra, delle testimonianze di decorazioni della Fornace Guerra-Gregorj.

Nel palazzo che ospita gli uffici della Telecom, nella Piazzetta dei Noli, si può ammirare ancora in perfetto stato di conservazione, rimasto miracolosamente intatto durante i bombardamenti, un fregio in piastrelle policrome che si distende sui due lati esterni dell'edificio, raffigurante figure femminili con drappeggi e festoni di fiori.

In Piazza S.Leonardo rimane l'insegna del Panificio F.Bortolan in piastrelle smaltate con decorazioni di spighe di grano.

A pochi passi, vicino alla stessa piazza, vi è un locale ora adibito a negozio, interamente ricoperto da pannelli decorativi, ideati per l'antica macelleria.

Palazzo Liberty ai Noli - TrevisoNon si potrà più ammirare la successione di pannelli in ceramica policroma, ideati e realizzati da P.Murani per il Caffè Fabio-Sommariva, che era situato nel centro di Treviso a pochi passi da Piazza dei Signori. Le raffigurazioni femminili, seminude seppure ammantate di grazia, furono considerate troppo ardite negli anni '50 e ricoperte completamente dall'allora proprietario. Del fatto sono probabilmente ignari gli attuali gestori.

Villa Manfrin - TrevisoA pochi km dalla città, a Lancenigo di Villorba, spicca sulla facciata della villa veneta 'Angarani delle Stelle' la meridiana realizzata da Mario Gregorj in piastrelle in ceramica. La raffigurazione è ispirata all'immagine della 'Industria' del Veronese che si trova a Palazzo Ducale a Venezia e riporta i versi latini "quam levis hora ruit, pueri dum Tempus habemus, eia ergo, aeternas rite paremus opes ..." suggeriti dal poeta Clemente Rebora a Linda Saccomani, che glieli aveva richiesti.

Sulla facciata dell'attuale Villa Manfrin, un tempo Villa Margherita dal nome della proprietaria inglese Margherita Lichtenberg, erano stati posti dei pannelli decorativi in ceramica, rappresentanti santi e guerrieri che alla fine degli anni '30 furono rimossi. Di questi pannelli ne rimane uno solo intatto, quello che rappresenta un guerriero, presentato e premiato alla Mostra di Bruxelles nel 1910.

 Santi e Guerrieri di Villa Margherita

 Santi e Guerrieri di Villa Margherita

 Santi e Guerrieri di Villa Margherita

 Santi e Guerrieri di Villa Margherita

                   

Casa Vincenzo Gregorj ai NoliUn altro esempio di ottima fattura, purtroppo distrutto negli anni '60, era rappresentato dalla decorazione della Casa ai Noli di Vincenzo Gregorj (sita dove ora è l'edificio della Banca Commerciale Italiana), la cui unica figlia, Gina sposò giovanissimo il Rag.Nando Salce, commerciante ed originale uomo di cultura trevigiano che collezionò dalla fine del secolo scorso fino agli anni 60 innumerevoli cartelloni pubblicitari italiani e stranieri, donando poi questa sua straordinaria ed inusitata fatica al Ministero della Pubblica Istruzione.

Chiesa di S.Antonino a fine '800Numerose sono ancora le opere di arte decorativa della fornace sparse nella provincia, di soggetto sacro sulle facciate delle chiese (Chiesa parrocchiale di S.Antonino con un Cristo a figura intera, Chiesa parrocchiale di Canizzano con figura di Cristo e S.Giuseppe, Chiesa parrocchiale di Dosson, Chiesa di S.Giovanni della Croce) o decorativo in genere come nella ex Cooperativa di Casier con rose, nastri e le mani che si stringono in segno di amicizia, e in villini recentemente restaurati a S.Donà di Piave e a Castelfranco.

Da qualche anno si è notata l'attenzione al recupero nella ristrutturazione degli edifici, delle decorazioni in maiolica, anche di semplice fattura, fatto che testimonia una maggiore riflessione sulle eredità culturali del passato.

Vincenzo e Gina GregorjIl concetto di Archeologia Industriale, che fino a qualche decennio fa era in Italia quasi sconosciuto, nonostante gl'illustri esempi di recuperi attuati nel resto d'Europa, negli Stati Uniti e nell'America Latina, è venuto sempre più affermandosi ed anche la società italiana che dal dopo guerra è stata protagonista di un vertiginoso sviluppo economico ha iniziato a prendere atto delle valenze culturali e sociologiche di quei segni rimasti dell'operosità del passato, da quelli degli edifici dismessi e non più funzionanti a quelli del semplice reperto anche di piccole dimensioni che testimoniano un precedente studio ed una conoscenza delle tecniche realizzatrici in parte oggi sconosciute.

Attualmente dopo la pubblicazione di articoli sull'argomento risalente agli anni Ottanta, e si dovrà citare il pregevole saggio pubblicato nel Qui Touring del Gennaio del 1980 "Ma quella fabbrica è proprio un' opera d'arte" a cura di Lucia Bisi, sulla situazione del nostro Paese e sulle testimonianze ancora esistenti della laboriosità del passato, si è manifestato uno straordinario interesse. Sono state effettuate mostre, dibattiti, seminari, proposte di riuso. Anche la fornace Guerra-Gregorj è stata oggetto di studio sia da parte di amatori e studiosi che da parte di istituzioni universitarie. Sono stati eseguiti ricerche e tesi di laurea sia dalla facoltà di Architettura che dall'Accademia delle Belle Arti di Venezia. Attualmente sono in corso di stesura altre tesi che hanno come obiettivo attività di ricerca, di documentazione e la  formulazione di proposte progettuali.

Buon anno 1897

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© Luisa Gregorj 2002